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I vini ed i vitigni piú famosi d'Italia: undecima puntata.

Pubblicato da Maria Susana Diaz il 23/02/2012 | 08:21

Nell’Ottocento, prima che la filossera e altre malattie (molte delle quali provienienti dall’America) si concentrassero con la loro potenza distruttrice sui vigneti italiani, nel nostro paese, c’erano migliaia di vitigni, a volte diversi da villaggio a villaggio, ognuno con particolarità e specifiche caratteristiche. Questa ricchezza di vitigni autoctoni, dopo l'avvento della filossera e con il passare degli anni, si è poi fortemente ridimensionata.

In molte aree d’Italia, c’è stato poi il periodo contrassegnato dall’impianto di vitigni molto produttivi, anche se scarsi sul fronte della qualità.

Negli ultimi 30 anni, aiutata anche dal passaggio della viticoltura (da promiscua a specializzata), nasce la moda a riconvertire questo "status quo" (da varietà di bassa qualità a varietà pregiate). Sono, quindi, arrivati i vitigni cosiddetti internazionali (in larga parte, già presenti nell’Ottocento nei vigneti italiani). In Italia, comunque, il numero dei vitigni resta ancora davvero molto alto, il più elevato al mondo. Ecco un piccolo elenco di 50 e più vini e vitigni d’Italia.

SAUVIGNON.


Il Sauvignon (chiamato anche Sauvignon blanc) è un vitigno a bacca bianca, proveniente dalla zona francese di Bordeaux. Il nome deriva dalla parola francese sauvage ("selvaggio"), aggettivo dovuto alle sue origini di pianta autoctona del sud-ovest francese.

Si tratta di uno dei vitigni a bacca bianca più diffusi nel mondo vitivinicolo, con il quale è possibile produrre vini bianchi freschi con una marcata impronta varietale.

Il vitigno Sauvignon blanc, grazie alla sua capacità di adattamento, è coltivato estensivamente in Francia, Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa, California e Sud America, con una piccola quota anche in Italia. È impiegato anche nella produzione di uno dei più famosi vini dolci al mondo, il Sauternes.

A seconda del clima, le uve Sauvignon possono dare ai vini sentori erbacei o di frutta fresca. In ogni caso i vini risultanti sono destinati ad un veloce consumo, dato che l'invecchiamento superiore ad un anno non dà effetti migliorativi sulle caratteristiche organolettiche nella maggior parte dei casi. Gli abbinamenti migliori lo vedono accompagnato a piatti di pesce e formaggi.

Viene utilizzato nella Vinoterapia per le sue proprietà calmanti, particolarmente adatto per i massaggi.


SCHIAVA.


La Schiava è un vino leggero a basso contenuto tannico, di colore rubino chiaro fino a rosso rubino intenso.

Ha un sapore gradevolmente tenue e fruttato, da cui traspare spesso un leggero sentore di mandorle amare.
Abbinamenti consigliati: Vino adatto anche per fuori pasto, si accompagna bene con antipasti e specialità tipiche della cucina tirolese, speck e affettati, ma anche con carni bianche e formaggi dolci.

Temperatura di servizio: 14-16 C

Denominazioni DOC: Caldaro o Lago di Caldaro, Alto Adige Santa Maddalena, Alto Adige Colli di Bolzano, Alto Adige Merano, Schiava dell'Alto Adige, Schiava grigia dell'Alto Adige


TOCAI.


Il Tocai Friuliano è un vino ottenuto dal vitigno autoctono coltivato nella regione del Friuli Venzia Giulia, del Veneto, e in alcune zone della Lombardia. Si tratta di un'uva a bacca bianca, utilizzata normalmente nella composizione di molti vini della regione del Veneto.

Il Tocai Friulano è indubbiamente il vino che rappresenta a pieno il Friuli, è il vino tipico dei friulani. L'aggettivo "friulano" è stato aggiunto alla denominazione di questa bevanda, a causa di una sorta di reclamo avanzata dall'Ungheria, nella quale il vino più noto e celebre è il Tokay. In seguito ad una decisione della Comunità Europea nel 2007, il vino per eccellenza del Friuli è stato dichiarato "Tocai Friulano".

In realta, il Tokay ungherese è un vino liquoroso ottenuto da uve passite, che non ha niente a che fare con il vino tipico del Friuli, che è un vino da aperitivo e da pasto, ottenuto tra l'altro da vitigni completamente differenti.

La vinificazione del Tocai Friuliano avviene in seguito alla raccolta delle uve, eseguita rigorosamente a mano, con selezione dei grappoli; seguirà la pressatura soffice delle uve, la fermentazione e l'affinamento avvengono in vasche di acciaio inox, ad una temperatura di circa 18°.

TRAMINER.


Il nome Traminer, come riferimento al vino di Tramin (Termeno in italiano), appare per la prima volta nel 1349 nel "Libro della Natura" di Konrad Megenberg, decano del duomo di Regensburg, antica città della Franconia, in Germania.

Oggi continua ad essere coltivato in diverse regioni del mondo, ma ha trovato le sue zone "d'elezione" in Alsazia e nell'Alto Adige a causa delle proprie specificità varietali: infatti è un vitigno che predilige zone non particolarmente calde e che presentano una spiccata escursione termica, elemento che favorisce la sua esposione aromatica (il Gewurztraminer è uno dei vitigni aromatici insieme al Moscato, al Brachetto e alla Malvasia).

Ha caratteristiche di media vigoria, non ha una grande resa produttiva, ma possiede una percentuale molto alta di terpeni, ovvero quegli elementi presenti per lo più nella buccia responsabili dei profumi primari.

Vino di grande struttura ed imponente alcolicità. Grazie alla bassa produzione per ceppo raggiunge un ottimo livello di maturazione, questo gli conferisce una grande intensità aromatica, con note di rosa, violetta, spezie dolci, cannella e chiodi di garofano. In bocca è pieno ed ampio, con sensazioni retronasali di cannella… un leggero residuo zuccherino lo rende morbido e suadente.

TREBBIANO.


Il Trebbiano fa parte di una delle famiglie di vitigni a frutto bianco tra i più diffusi in Italia, presenti nell'uvaggio di decine e decine di vini DOC, sia bianchi che rossi.

Da solo forma 6 diverse DOC (Trebbiano d'Abruzzo, Trebbiano di Romagna, Trebbiano di Aprilia, Trebbianino Val Trebbia dei Colli Piacentini, Trebbiano di Arborea, Trebbiano di Capriano del Colle).

La sua vasta diffusione è dovuta alla capacità di adattarsi alle più diverse tipologie di terreno e condizioni climatiche, alla grande produttività ed alle caratteristiche del vino che ne deriva, generalmente gradevole e corretto e facilmente commerciabile.

Infatti è sufficientemente neutro per essere impiegato in unione con altri vini dalla personalità più spiccata, senza sopraffarli anche se utilizzato in elevate percentuali.

E' un vitigno a 'bacca bianca' che produce un vino leggero da consumarsi entro l'anno successivo alla vendemmia. L'origine, in Romagna, risale ai periodi Etrusco e Romano, dove i colonizzatori impiantarono vitigni dopo la bonifica e l’ appoderamento delle terre romagnole. Pier dè Crescenzi nel 1305 scriveva : “c’è un'altra specie di uva, detta Tribiana, che è bianca con acini tondi, piccoli ed abbondanti, che in giovane età non dà frutto ma crescendo diventa feconda”.

Col passare degli anni, dall’antico ceppo di Trebbiano è nata una famiglia di vitigni, alcuni dei quali strettamente imparentati, altri somigliantisi alla lontana, coltivati largamente in Italia ed anche all’estero (alcune zone di Francia e California).

A seconda delle località e dei sistemi di vinificazione, si possono ottenere dall’antico vitigno vini leggeri, delicatamente profumati, sapidi e da bere giovani, freschi di temperature e di ardore giovanile.

Il Trebbiano ha un colore giallo paglierino, più o meno intenso; il suo profumo ricorda sentori floreali, erbe e fiori di campo. Di sapore secco e sapido.


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A proposito di: Maria Susana Diaz

Ho deciso di aprire questo blog, per condividere insieme ad altre persone la passione che ho per la cucina, da qui il titolo del blog, non mancheranno ricette classiche, rivisitate, personali e cercherò di spaziare il più possibile. Le ricette che troverete rispecchiano il mio quotidiano, spero di riuscire per quanto sia la mia modesta esperienza di poter esservi utile nei miei consigli, perchè qualunque cosa decidiate di fare, la cucina richiede tempo, amore e passione.

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