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Pere e prugne al vino.

Pubblicato da Maria Susana Diaz il 23/10/2013 | 13:35

Non so come definire questo piatto, un dolce?

Per me è il piatto di fine pasto che unisce frutta e dolce insieme, se vi interessa ecco come si fa.

Ingredienti: per 4 persone

200 g di prugne nere fresche
200 g di pere piccole
100 g di zucchero di canna
2 chiodi di garofano
1 stecca di cannella
5 dl di vino rosso

Pere e prugne al vino

Preparazione: 10’ + 35’

  • Lavate le pere e le prugne.
  • Raccogliete in una casseruola il vino con lo zucchero, i chiodi di garofano e la cannella, quindi mettete il recipiente su un fornello e portate a bollore.
  • Unite le pere e le prugne, fate riprendere nuovamente l’ebollizione, quindi regolate la fiamma e lasciate sobbollire, a recipiente scoperto, per circa circa 30 minuti o fin quando saranno tenere.
  • Sgocciolatele, lasciatele raffreddare e nel frattempo fate restringere il vino fino a ottenere uno sciroppo.
  • Tagliate le pere a spicchi liberandole del torsolo e le prugne a metà eliminando il nocciolo.
  • Disponete la frutta cotta su un piatto da portata, versate sopra qualche cucchiaio dello sciroppo ottenuto e servite.
  • Per questa preparazione dovete scegliere pere a pasta dura, in modo che si possano affettare con facilità.
  • Diversamente tagliate la frutta prima di cuocerla e, anziché impiegare uno sciroppo di vino rosso, che le colorirebbe in modo eccessivo, utilizzate uno sciroppo di acqua o di vino bianco.

Vino consigliato: si tratta di una preparazione dolce, cucinata nel vino rosso; si scelga pertanto un vino dolce, preferibilmente rosso, come il Canina di Romagna o il Girò di Cagliari.

girò di cagliari

Le prime notizie della presenza in Sardegna del Girò di Cagliari risalgono probabilmente al Quattrocento, quando ebbe inizio la dominazione spagnola in territorio sardo. La zona di produzione storica è rappresentata dal territorio del Campidano, una vasta pianura dell’isola situata nella parte sud occidentale tra la provincia di Cagliari e una buona parte di quella di Oristano. Dalla metà del Settecento, fu coltivato dai contadini locali, con ottimi risultati, fino all’epidemia della fillossera nella seconda metà dell’Ottocento, tanto da essere menzionato da poeti ed autori di origini isolane, dal giovane Goffredo Mameli come voce dialettale Nieddu alzu e Anghia Bàrja o Girone di Spagna e dal sassarese Andrea Manca dell’Arca, autore del trattato Agricoltura di Sardegna. Nel primo dopoguerra numerosi produttori decisero di sostituire il Girò con vitigni più produttivi e conosciuti, pur rimanendo ben presente nel territorio cagliaritano. Con l’istituzione della denominazione di origine controllata nel 1979, che autorizza la produzione di vini rossi con l’impiego esclusivo della varietà Girò nell’intera provincia di Cagliari e una buona parte di quella di Oristano, il vitigno ha ripreso interesse tornando a produrre vini dolci e liquorosi. Predilige terreni calcarei, argillosi, non umidi e i suoi piccoli acini, caratterizzati da una polpa dolce, consistente e un elevato grado zuccherino, danno vita a vini particolarmente corpulenti e robusti se vinificati nella versione secca; freschi ed eleganti se invece vinificati nella versione dolce e liquorosa.

Di livello la versione dolce del Girò di Cagliari della linea Donna Jolanda dei fratelli Meloni, proprietari di questa cantina centenaria fondata nel lontano 1899 a Selargius, comune del cagliaritano, molto apprezzata per la capacità di produrre in sistema biologico oltre 3 milioni di bottiglie, ma attenta allo stesso tempo alla valorizzazione dei vitigni autoctoni dell’isola. Fiori all’occhiello sono, oltre al Girò, la Vernaccia e il Nasco, seguiti da altre varietà locali marcate da un carattere tipico ed espressivo del territorio d’appartenenza. Tornando al Girò, il millesimo 2004 si presenta di colore rosso rubino concentrato. L’impianto olfattivo è disposto su profumi di visciole, marasche e more in confettura, fiori rossi macerati, sensazioni speziate dolci, noce moscata e sottili note di cioccolato. L’assaggio dolce, mai stucchevole, avvolge il palato con una grande morbidezza senza tralasciare un’accattivante freschezza. Lunga la persistenza, caratterizzata da ricordi fruttati e una gradevole vena sapida. Finale perfettamente equilibrato. Ottimo per accompagnare la pasticceria secca o i formaggi.

vini sardi mappa

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A proposito di: Maria Susana Diaz

Ho deciso di aprire questo blog, per condividere insieme ad altre persone la passione che ho per la cucina, da qui il titolo del blog, non mancheranno ricette classiche, rivisitate, personali e cercherò di spaziare il più possibile. Le ricette che troverete rispecchiano il mio quotidiano, spero di riuscire per quanto sia la mia modesta esperienza di poter esservi utile nei miei consigli, perchè qualunque cosa decidiate di fare, la cucina richiede tempo, amore e passione.

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